5 miti da sfatare sulle diete

1. Le diete non funzionano.

Assolutamente no. Le diete SBAGLIATE non funzionano.

Corrette e semplici indicazioni alimentari funzionano e devono essere consigliate fin dai primi mesi di vita del bambino.

Infatti, le abitudini alimentari della madre durante l’allattamento incidono sul grado di peso e sulla possibilità del bambino di sviluppare obesità nel corso della vita. L’allattamento al seno, da utile strumento per la crescita e lo sviluppo neuropsichico del bambino diventa momento centrale nella prevenzione delle patologie alimentari.

2. Le diete costano.

Anche su questo punto la risposta è no.

Avete idea di quanto spende una famiglia per biscotti, tisane, bibite zuccherate e succhi di frutta? Poche e semplici indicazioni nutrizionali consentono al bambino, ed alla sua famiglia, di nutrirsi senza iperalimentarsi e, spesso, si evita buttare nella spazzatura il surplus acquistato.

A questo proposito un attenzione particolare deve essere posto  alle offerte speciali ed alle megaspese spesso “ordinate” dai piccoli “dispotici principini”.

3. Le diete sono noiose.

Questo è il parere delle persone disfattiste ed inconcludenti.

Sono noiose le diete monopiatto (dieta del minestrone, yogurt, uva, ecc.) che consentono spesso di mangiare a volontà un unico alimento (per esempio 3 kg di uva al giorno).

Sono evidentemente sbilanciate, diseducative, dannose e, spesso, neanche ipocaloriche! Una dieta ipocalorica, anche del bambino, può essere così strutturata: suddividere l’alimentazione giornaliera in 4-5 pasti, consumare giuste razioni di pasta, o riso o patate, accompagnare i cibi con poco pane del panettiere (e non dai più costosi e calorici prodotti da forno), ricorrere con frequenza alle “carni alternative” (pollo, coniglio, maiale, tacchino, etc.) o pesce, consumare ogni giorno almeno 5 porzioni (pari a 5 nostri pugni) di frutta e/o verdura di stagione e multicolore, usare come condimento preferito l’olio extravergine di oliva, non eccedere nei formaggi e bere acqua a volontà è da considerarsi noioso? E poi intendiamoci: ci sono alternative, pillole o bacchette magiche?

4. Le diete tolgono energia.

Perché mai?

Al solito, bisogna scartare le diete squilibrate in termini di macronutrienti (proteine, carboidrati, lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali) ed evitare la “Weight Cycling Sindrome”, detta anche “sindrome dello yo‑yo”. Infatti il peso eventualmente ripreso al termine di un programma dietoterapico errato risulta qualitativamente più ricco di massa grassa rispetto all’originario peso perduto e ripetuti periodi di eccessi calorici dopo restrizioni inadeguate possono determinare, paradossalmente, un aumento del peso corporeo e della massa grassa.

5. Le diete possono portare disordini alimentari.

Esiste una sola dieta possibile ed accettabile da parte di nutrizionisti e pediatri: è la dieta mediterranea che sarà, a seconda della classe di peso di adulti e bambini, normo od ipocalorica, ma comunque bilanciata.

Riguardo al rischio di disordini alimentari, i test per le “intolleranze alimentari”, adottati dalla medicina complementare e alternativa (CAM), pur avendo decenni di vita, hanno dimostrato attendibilità e affidabilità scarsa. Nonostante ciò continuano ad essere largamente impiegati e, questo, è un fenomeno certamente strano ed in controtendenza con la Medicina Tradizionale nella quale si privilegia, talvolta anche esasperatamente, la ricerca dell’indagine e del protocollo più attendibile.

Evidentemente il bisogno di attribuire ad un agente “esterno” la conseguenza delle nostre azioni (es. errate abitudini e mode alimentari), continua ad essere più forte della ragione. Un altro elemento di riflessione: spesso gli studi favorevoli provengono da medici non specialisti, talvolta soltanto cultori della medicina non convenzionale.

Ma l’aspetto più preoccupante è rappresentato dalle possibili conseguenze dell’abuso di questo tipo di diagnostica. In età pediatrica infatti è stato documentato un deficit nella crescita in bambini erroneamente ritenuti allergici e che erano stati sottoposti ad inutili restrizioni dietetiche.

Nell’adulto deve essere attentamente considerata la rilevanza che i risultati di questi test impongono sulla vita di relazione e sulla qualità di vita; sovente questi soggetti sono costretti a diete incongrue per periodi molto lunghi fino al punto di rendere quasi impossibile una normale vita sociale.

Altre volte il paziente entra in un vortice ossessivo ed inizia a considerare ogni alimento un potenziale nemico. Infine, deve essere considerato il rischio di un ritardo diagnostico di patologie severe.

A cura di:

Giorgio Pitzalis

Condividi Questo post su