Adolescenti e social media ovvero “la paura di non esistere”
“La paura di non esistere” (dall’inglese “FoMO – Fear of Missing Out”) è un altro sintomo di dipendenza dell’era dei social. In pratica la FoMO è la preoccupazione che eventi sociali, o altre attività, possano avvenire senza la presenza del giovane “addicted”; ecco perché si sente la necessità di essere costantemente collegato a quello che fanno gli altri. La FoMO si associa a disturbi dell’umore e a una minore soddisfazione della propria vita. La dipendenza da internet in età pediatrica e adolescenziale ha ormai assunto una rilevanza tale che in Italia, al Policlinico A. Gemelli, è stato recentemente inaugurato il “Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da web”. Questo Centro, multidisciplinare, integra nell’offerta assistenziale la pediatria, la neuropsichiatria infantile e la psichiatria per l’area delle dipendenze da sostanze e delle dipendenze comportamentali.
Sulla dipendenza dai social media ricordiamo che:
- I social media sono stati descritti quali mezzi che creano più dipendenza delle sigarette e dall’alcol
- L’uso dei social media è legato a un aumento dei tassi di ansia, depressione e deprivazione di sonno
- Il bullismo informatico è un problema crescente
- I social media possono migliorare l’accesso dei giovani alle esperienze di altre persone in materia di salute e informazioni sanitarie da parte di esperti
- Coloro che utilizzano i social media riferiscono di essere più emotivamente supportati proprio attraverso i loro contatti social
Cosa fare in caso di dipendenza da social
- Introdurre un meccanismo di “pop-up” che avvisi il giovane quando ha superato i limiti di tempo di utilizzo di social media
- Favorire l’uso di programmi e di piattaforme che mettano i evidenza i trucchi usati per manipolare in modo digitale le foto delle persone
- Seguire le campagne informative sui danni da iper utilizzo dei social media
- Divulgare materiale di insegnamento da utilizzare e distribuire nelle scuole
- Formare il personale medico che ha contatto con il giovane e con la sua famiglia
- Favorire ulteriori ricerche da svolgere sugli effetti dei social media sulla salute
mentale dei giovani.
Il nostro consiglio!
Parlare e confrontarsi sempre con i ragazzi, senza inutili proibizionismi, ma tenendo sempre gli occhi aperti su quanto viene fatto durante la permanenza online.
(fonte: “Adolescenza e transizione dal pediatra al medico dell’adulto”. Guida pratica intersocietaria. 2017)