Allattamento Materno

L’alimentazione del neonato e del lattante ha un grande protagonista: il latte materno, che rappresenta l’alimento ideale per il neonato per tutto il primo anno di vita. Sicuro dal punto di vista microbiologico, è bilanciato da un punto di vista nutrizionale,  contiene sostanze immunologicamente attive ed è economico. Inoltre, l’allattamento al seno crea tra madre e figlio un rapporto speciale ed esclusivo, diventando per questo uno strumento di comunicazione ed affettività. Attraverso l’allattamento al seno avvengono le prime comunicazioni e si opera un superamento del concetto di nutrimento “fisico” con un nuovo nutrimento “psicofisico“.

Il latte materno può rappresentare l’alimento esclusivo del bambino per tutti i primi 6 mesi di vita.

Il primo consiglio da dare a una mamma che allatta è quello di avere fiducia in una buona riuscita dell’allattamento, di fidarsi di se stessa e del proprio bambino. Occorre tenere presente che ogni lattante ha esigenze particolari e che numero, ore dei pasti e durata delle poppate vanno adattati ad ogni singolo caso. Dal momento che non è sempre possibile stabilire quanto latte assuma il bambino, se non con la tecnica della doppia pesata, è necessario usare strumenti alternativi per verificare l’adeguata alimentazione.

L’aspetto del lattante, la quantità di urina emessa in un giorno, il comportamento tra un pasto e l’altro, possono indicare se si alimenta a sufficienza. Inoltre, se il bambino evacua 2-3 volte al giorno per le prime tre settimane, e almeno un volta ogni 3-4 giorni in seguito, dimostra di stare bene e crescere regolarmente,  200 g ogni settimana nei primi mesi (anche se un limite minimo è rappresentato da 125 g non c’è da preoccuparsi e/o intervenire). Per avere un’idea della quantità di latte materno necessario all’accrescimento del neonato si calcola, in media, 150 ml/kg al giorno.

Come allattare

  1. Nella posizione classica la madre deve stare seduta comodamente, su una sedia bassa o con i piedi poggiati su uno sgabello, in modo che le ginocchia rimangano sollevate, affinché le gambe sostengano il bambino.
  2. La madre non deve abbassare il busto sopra il bambino, ma viceversa è il bambino che deve essere portato al seno. È importante che la madre e il bambino siano nella posizione detta “ventre contro ventre”, cioè che non sia il fianco del bambino orientato verso la madre, ma il torace e il ventre.
  3. Il bambino sarà orizzontale, con il naso davanti al capezzolo e le ginocchia all’altezza dell’altra mammella, sostenuto da una o entrambe le braccia della madre. L’orecchio, la spalla e l’anca del neonato saranno allineati.
  4. Il neonato è attaccato correttamente quando: la sua bocca è ben aperta e il labbro inferiore è incurvato in fuori, è più visibile l’areola al di sopra del labbro superiore rispetto al labbro inferiore (i dotti galattofori sono spremuti dal movimento della lingua), il mento del neonato tocca il seno, sono visibili lente e profonde suzioni, il lattante deglutisce e non vi sono rumori o segnali di una suzione a vuoto; la mamma, infine, non avverte dolore.

I vantaggi dell’allattamento materno sono sia fisici che psicologici: il bambino assume attraverso il latte materno nutrienti e anticorpi. Inoltre il legame affettivo fra madre e bambino viene rafforzato grazie all’allattamento materno.

Allattamento e rientro al lavoro

Nel caso la donna debba tornare a lavorare quando il bambino è ancora piccolo, è possibile spremere il latte materno (manualmente o con gli appositi tiralatte reperibili in commercio) e conservarlo in frigorifero (1 giorno) o nel congelatore (3 mesi) per poi somministrarlo al neonato, possibilmente con un bicchierino o un cucchiaino o con il biberon. Anche se questo metodo non risponde al bisogno di suzione non nutritiva, è comunque un ottimo metodo per permettere alla donna di allontanarsi dal bambino.

Dieci miti da sfatare

  1. Il colostro non è sufficiente per prevenire l’ipoglicemia nei neonati a termine;
  2. Bisogna fare la “doppia pesata” nei primi giorni;
  3. Il latte della mamma può essere “leggero”;
  4. Le donne miopi non possono allattare;
  5. Il neonato di basso peso o il prematuro hanno bisogno di “latti speciali” e non di quello materno;
  6. Allattare frequentemente riduce la produzione di latte;
  7. Una madre deve bere latte per produrre latte;
  8. I bambini riescono ad ottenere tutto il latte di cui hanno bisogno nei primi 5-10 minuti dalla poppata;
  9. L’allattamento frequente può portare alla depressione “post-partum”;
  10. Alcuni bambini sono allergici al latte della propria madre.

A cura di:

Dott. Giorgio Pitzalis

Specialista in Gastroenterologia, dottore di Ricerca in Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica

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