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Bambini: cosa fare in caso di stipsi

La stipsi

La stipsi è un disturbo molto frequente nei Paesi industrializzati: interessa il 3-10% dei soggetti in età pediatrica.

Si parla di stipsi (o stitichezza) in età pediatrica quando le emissioni di feci sono meno frequenti di 3 volte a settimana o sono più “faticose” o dolorose.  La stipsi diventa cronica in oltre un terzo dei pazienti e in genere questo accade quando l’esordio è precoce e c’è familiarità.
Nel 95% dei casi la stipsi si definisce “funzionale”, cioè è causata da una alterata funzione evacuativa, che di solito origina dall’esperienza di una evacuazione dolorosa che inibisce lo stimolo a defecare.

Il passaggio dal latte materno al latte formulato e/o l’introduzione nella dieta del lattante dei primi cibi solidi col divezzamento possono essere causa di stipsi, in quanto le feci, più formate e a volte dure, vengono espulse con più difficoltà e possono causare dolore. Distrazioni quali: scuola, gioco, sport o un viaggio possono essere causa di stipsi, ma anche il poco tempo a disposizione può essere una causa o perché non riesce a rilassarsi in un ambiente diverso dal bagno di casa sua.

Anche una educazione al vasino troppo impositiva o troppo precoce (prima dei 2 anni) può essere all’origine della stipsi. Qualunque sia la causa che inibisce lo stimolo a defecare, il bambino impara a trattenere le feci con atteggiamenti definiti “ritentivi”, quali ad esempio incrociare le gambe. Le feci trattenute diventano sempre più dure per effetto del riassorbimento dell’acqua, rendendo l’evacuazione molto faticosa e dolorosa. Il bambino collega l’atto della defecazione all’esperienza dolorosa e così si innesca il circolo vizioso stipsi-dolore-stipsi. Il riempimento del retto (ultimo tratto dell’intestino) provoca, inoltre, una distensione delle pareti con progressiva perdita di sensibilità e minor percezione dello stimolo a defecare.

Le anse intestinali a monte del tratto ostruito dalle feci si distendono, causando dolori addominali ricorrenti e lo svuotamento gastrico avviene con più lentezza, causando riduzione dell’appetito. Il passaggio di feci dure e voluminose attraverso l’orifizio anale può provocare la comparsa di ragadi, lacerazioni del contorno anale, che provocano dolore e sanguinamento (sangue rosso vivo che vernicia le feci o sporca la carta igienica). Infine la perdita di sensibilità della parete intestinale provoca una perdita involontaria di feci da eccesso di riempimento (encopresi). Quando queste feci emesse involontariamente sono liquide, si parla di “soiling” e questa situazione può trarre in inganno, perché simula una diarrea, mentre è la conseguenza di una stipsi cronica e come tale va trattata.
La prima cosa da fare per un genitore di un bambino stitico è rivolgersi al pediatra curante.

Cosa fare

Dopo i 3 anni tramite toilet training (evacuazioni ad orari fissi, tutti i giorni dopo un pasto, preferibilmente la colazione. Il bambino deve stare seduto comodo sul water – se serve con impiego di riduttori per la tazza – con i piedi ben appoggiati su uno sgabello per almeno 10 minuti e spingere), dieta (deve essere ricca di acqua, olio e fibre), attività fisica (deve essere quotidiana, anche solo camminare migliora il tono dei muscoli addominali e favorisce i movimenti intestinali), oltre ai farmaci che devono essere somministrati dal Pediatra curante.

Da ricordare

Nella maggior parte dei bambini sopra l’anno di età la stipsi cronica non ha cause organiche, ma si definisce funzionale, ad indicare che origina da un problema comportamentale del bambino, che rifiuta l’evacuazione, perché la collega a una esperienza dolorosa (feci molto dure, presenza di ragadi, ecc.).

Non avere fretta nell’imporre il vasino, ogni bambino ha il suo momento giusto, che si colloca in genere fra i 2 e i 4 anni, difficilmente prima.

Consigli

  1. Se il bambino perde le feci (soiling o encopresi), evitare rimproveri o commenti negativi, perché è una conseguenza dell’eccessivo riempimento del retto ed è del tutto involontaria.
  2. Se il bambino stitico presenta sanguinamento rettale più o meno abbondante, la causa è per lo più legata alla presenza di ragadi (più raramente emorroidi), dovute alla stipsi, ma va comunque riferito al pediatra.
  3. Mantenere un atteggiamento positivo e di supporto nei confronti del trattamento (premi, regalini, lodi, ecc.).
  4. Far abituare il bambino al vasino o al water subito dopo i pasti ed esortarlo a non avere fretta.
  5. Permettere al bambino di mantenere una posizione comoda con i piedi ben appoggiati, in modo da favorire una contrazione efficace dei muscoli addominali.
  6. Far abituare il bambino al consumo di frutta e verdura ed esortarlo a bere più acqua, succhi di pera, prugna o mela e caffè d’orzo.
  7. Portare il bambino dal pediatra se la stipsi è insorta nel primo anno di vita, se c’è una importante distensione addominale, se si sono verificati sospetti episodi subocclusivi.

Alimenti indicati

  • Verdure e ortaggi: carciofi, cavoli e broccoli, carote, cicoria, fagiolini, melanzane, finocchi, sedano, spinaci, lattuga e pomodori
  • Legumi: ceci, fagioli, lenticchie, piselli, fave
  • Frutta fresca: pere, mele (cotte), kiwi, uva, prugne
  • Frutta secca: prugne, uvetta
  • Cereali e derivati: biscotti integrali, cereali da colazione, pane integrale, pasta integrale
  • Latticini: yogurt con probiotici

Alimenti NON indicati

Frutta: banane, limoni, mele crude, nespole, mirtilli
Cereali: riso.

Ricordatevi sempre di rivolgervi con fiducia al vostro Pediatra, troverà la soluzione più adatta al vostro bambino.

A cura di:

Redazione Scientifica Fimp Roma e Provincia

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