“La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione”.
(Isaac Newton)
Eliminiamo il glutine dalla dieta
Un’alimentazione senza glutine aiuta a mantenere la linea, fa funzionare meglio l’intestino, disintossica e migliora l’aspetto della pelle? Non è vero. Se non ci sono reali problemi di salute, come la celiachia, ridurre, o addirittura eliminare, il glutine dalla propria dieta può condurre a un regime dietetico molto restrittivo, in alcuni casi sbilanciato perché quasi del tutto privo di carboidrati, la nostra fonte principale di energia. Inoltre, eliminare il glutine dalla dieta in maniera arbitraria non rende possibile, nel medio-lungo periodo, la diagnosi medica di malattia celiaca che risulta essere ultimamente piuttosto frequente: 1 caso ogni 80-100 individui.
Esiste poi la NCGS (acronimo dell’inglese Non-celiac gluten sensitivity), un disturbo completamente diverso dalla celiachia e la quasi totalità delle persone che ne soffrono non diventerà mai celiaca; si comincia quindi a fare finalmente chiarezza sui motivi per cui alcuni soggetti, negativi al test per il morbo celiaco, traggono comunque beneficio da una dieta priva o povera di glutine. Si stima che, se il numero di celiaci in Italia è di circa 500.000 unità, i pazienti con sensibilità diretta al glutine possano essere almeno tre milioni.
Sembra che la sensibilità diretta al glutine sia quindi una sorta di disturbo che, potenzialmente, è in grado di colpire 1 paziente su 20. La sensibilità correlata al glutine implica dei sintomi molto simili a quelli che si palesano nella celiachia e nell’allergia al grano, rendendo quindi necessario, per la sua diagnosi, l’esclusione di queste patologie.
L’ingestione di glutine fa si che le difese immunitarie reagiscano nei suoi confronti, contrastandolo e provocando di conseguenza un processo infiammatorio che interessa l’apparato digerente e altre zone dell’organismo. Tutto ciò può provocare: dolore addominale, gonfiore, stanchezza, diarrea. Può essere comunque un problema transitorio, destinato a risolversi spontaneamente, seguendo una dieta priva di glutine. E’ necessario provvedere ad una diagnosi completa del disturbo, eseguendo degli esami specifici, costituiti da Prick-test, Rast-test o altro per escludere allergie o intolleranze (ad esempio al lattosio). Per tutti questi buoni motivi, attenzione a non eliminare, senza controllo medico, pane e pasta dall’alimentazione di tutti i giorni.
L’olio di palma è da evitare?
L’olio di palma (raffinato) è ormai considerato la bestia nera tra gli oli vegetali. D’altra parte è molto utilizzato nelle industrie alimentari per la frittura dei cibi e per la preparazione dei prodotti confezionati come biscotti, merendine, gelati, cioccolato e cioccolato spalmabile, zuppe già pronte, a cui sa conferire cremosità e croccantezza, fungendo da addensante. Ma perché si usa così tanto?
Intanto l’olio di palma è meno delicato rispetto ad altri oli i quali, deteriorandosi in fretta, formerebbero sostanze tossiche che sarebbero potenzialmente nocive. L’olio di palma possiede, invece, una forte resistenza alla temperatura e al sole, candidandosi come olio migliore per la corretta conservazione dei cibi confezionati. Raggiungendo il punto di fumo molto lentamente, è l’ideale per la cottura dei cibi. È incolore, insapore, altamente versatile e lavorabile ma, soprattutto, è molto economico.
In realtà va detto che non è peggiore di altri grassi. Anzi è preferibile al burro, all’olio di cocco e ai grassi idrogenati. E questo non tutti lo sanno. Il suo problema è che contiene una grande quantità di grassi saturi (oltre il 49%), che possono incidere negativamente sul nostro sistema cardiovascolare. La sua messa al bando costituisce un piccolo vantaggio per la salute, a patto che venga sostituito con una sostanza più sana. Comunque, durante la trasformazione dalla forma grezza in liquido perde tutti gli antiossidanti e quindi tutta la parte benefica: rimangono i soli acidi grassi saturi.
I succhi detox servono a purificarsi
Depurarsi dalle tossine con i succhi detox è una delle ultime mode: celebrità hollywoodiane e blogger ne sono testimonial. Ma una dieta di solo succhi farà bene? Si tratta di centrifugati o estratti di frutta e verdura (generalmente dello stesso colore) che vanno a sostituire i pasti per qualche giorno.
Certamente fanno perdere peso (l’apporto calorico giornaliero è bassissimo), ma lo stress metabolico per l’organismo è elevato e, se protratto nel tempo, c’è il rischio di carenze nutrizionali. Come se non bastasse per nutrirsi di solo succhi, pronti e consegnati direttamente a casa, si arriva a spendere fino a 70 euro al giorno.
Le bacche di Goji allungano la vita?
Sono conosciute come il frutto della longevità, un elisir per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, rinforzare le difese immunitarie, prevenire l’invecchiamento e le malattie cardiovascolari.
Peccato che l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non ha approvato nessuno di questi claim e manchino prove scientifiche adeguate: sono una fonte naturale di vitamine e minerali come qualsiasi altra frutta e verdura.