Caos alimentare. Terza parte

“La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione”. (Isaac Newton)

I carboidrati non vanno consumati a cena

Sfatiamo il falso mito più “temuto”: pane, pasta e riso non fanno ingrassare. Questi alimenti sono ricchi di carboidrati complessi che forniscono al nostro corpo l’energia e dovrebbero costituire circa il 60% delle calorie quotidiane.

Ovviamente bisogna evitare gli eccessi, come porzioni esagerate o condimenti troppo grassi. Vanno evitati di sera? Anche questa è una convinzione errata: non conta quando assumiamo carboidrati, ma il bilancio complessivo di calorie a fine giornata.

I cereali integrali non fanno ingrassare

Esiste l’errata credenza che i cereali integrali sono consigliati solo a chi è a dieta, perché non farebbero ingrassare, però l’unica differenza che hanno rispetto a quelli raffinati è l’apporto di fibre.

Le calorie, infatti, sono di poco inferiori, ma le fibre (presenti anche in frutta e verdura) migliorano l’attività dell’intestino e aumentano il senso di sazietà.

Esiste il “croissant anti-invecchiamento”?

Inzuppare il cornetto nel cappuccino si può considerare il primo gesto di benessere per cominciare bene la giornata? Il cornetto Wellness utilizza diciture esagerate. Frasi come “attiva il metabolismo cellulare”, oppure il riferimento all’attività di “rinnovamento cellulare” sono assurde.

Il cibo non è un prodotto di bellezza e non deve essere considerato tale. Si fa fatica a credere che un cornetto per la prima colazione possa essere classificato come un prodotto “anti-aging”.

Formaggini con spinaci o carote

Lo spot (ritirato) recitava “le verdure sono un problema?”, “da oggi basta aggiungere ad ogni piatto il formaggino con spinaci e verdure”, “tutto il buono delle verdure…”.

Gli spot proponevano un rapporto di equivalenza scorretto tra il consumo della verdura cotta e quella contenuta nei formaggini. Infatti ogni formaggino contiene (è in vendita ancora oggi) 6,6 grammi di carote bollite. Per arrivare all’equivalente in peso di una carota bisognerebbe mangiare almeno 12 formaggini!

L’indice glicemico è utile per controllare il peso

In un alimento è importante non tanto l’apporto calorico, quanto l’influenza che ha quest’ultimo sul livello di zuccheri nel nostro sangue (glicemia), dopo esser stato ingerito: ecco qual è il principio su cui si basa l’indice glicemico. La misura va da 1 a 100 (più è basso, meglio è), ma il vero problema è che non esiste una lista “ufficiale” di indici glicemici, approvata dalla comunità scientifica.

Alcuni studi, in effetti, evidenziano che una dieta basata su alimenti con indice glicemico (IG) tendenzialmente basso potrebbe prevenire malattie come il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, obesità, tumore del colon e della mammella.

Ma nulla è ancora definitivo e sicuro. Meglio affidarsi alla piramide alimentare: fornisce informazioni sui rapporti tra alimenti e quantità da consumare per assicurarsi un’alimentazione sana, varia e equilibrata.

Latte: un nemico per gli adulti

Ottimo per i bambini, ma nemico per gli adulti: favorirebbe l’osteoporosi, provoca disturbi gastrici e intestinali, aumenterebbe il rischio di tumori.

In realtà mancano ancora dati sicuri. Quello che si sa è che il latte fa bene alle ossa e ai denti, alla salute dei muscoli, pelle e capelli. Consumato in una dieta equilibrata che comprende cinque porzioni di frutta e verdura e l’assunzione limitata di sale, può contribuire all’abbassamento della pressione arteriosa, a diminuire il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e proteggerebbe contro diversi tumori.

Ad oggi per quanto riguarda uova, latte e suoi derivati, carni bianche e pesce, non ci sono prove scientifiche che confermano la loro influenza sullo sviluppo di tumori. Quindi si può continuare a bere latte e consumare latticini, ma sempre con moderazione. Se invece decidi di non farlo per motivi etici è bene che tu sappia che il calcio è presente, oltre che nell’acqua, in molti prodotti vegetali, come semi di lino o di sesamo, cavoli, spinaci, legumi e mandorle.

La bufala del latte ribollito 5 volte

Secondo alcuni bontemponi il latte fresco scaduto e rimasto invenduto viene ritirato dal produttore per essere sottoposto a un nuovo trattamento termico, riconfezionato e rimesso nuovamente in vendita. Un’operazione che sarebbe consentita dalla legge, per un massimo di 5 volte, e che sarebbe indicata sulle confezioni da una serie di numeri.

Ovviamente è tutto falso: per il latte fresco la legge n.169/89 ammette un unico trattamento termico di pastorizzazione a 72°C per 15 secondi massimi, che deve essere effettuato entro 48 ore dalla mungitura. Inoltre, stabilisce che il latte fresco debba contenere almeno il 14% di sieroproteine solubili non denaturate: un valore che può essere rispettato solo effettuando un’unica pastorizzazione. Quindi, quando si acquista una confezione di latte fresco si può stare certi che si tratta sempre di un prodotto “di prima mano”.

Bufala resveratrolo

Il resveratrolo è un polifenolo estratto dalla buccia degli acini d’uva. Rispetto alla quantità di resveratrolo consigliata (un grammo al giorno), un litro di vino ne contiene appena 12,5 milligrammi. Restano sulla carta, pertanto, le proprietà antiossidanti del composto, scoperto per la prima volta nel 1976 nella vite e da quel momento sempre più studiato per i presunti effetti benefici sulla salute.

Molte ricerche utilizzano chicchi di uva che, erroneamente, i media associano al consumo di vino, mentre l’alcol pregiudica l’assorbimento della molecola. Comunque l’effetto protettivo non sarebbe dovuto ai polifenoli, ma alla modalità di consumo durante i pasti e a un regime alimentare di tipo mediterraneo.

Esistono i supercibi?

Mirtilli, barbabietole, melograno, cacao e salmone: sono nella lista dei cosiddetti supercibi, ovvero gli alimenti ideali che garantiscono salute e lunga vita. Non si tratta di una bufala vera e propria, ma di un’esagerazione che enfatizza i risultati di ricerche sulla cui scientificità ci sarebbe ancora da discutere o che sono state condotte in vitro o sugli animali: spesso si tratta di benefici solo potenziali. Così sul web, in tv e sui giornali è tutto un fiorire di servizi sui benefici della curcuma, sui vantaggi dei mirtilli, sulla salubrità del tè verde.

I cosiddetti Millennials – i nati tra la metà degli anni Ottanta e il 2000 – considerano quello che si trova su blog, Facebook, Twitter o Youtube più attendibile di quello che dicono i dottori. Ad esempio, la maggior parte degli italiani sono convinti delle proprietà brucia grassi dell’ananas. Colpa della bromelina, che però è contenuta nel gambo che non si mangia.

E che comunque favorisce la digestione delle proteine, non lo smaltimento dei grassi. Gli agrumi sono usati per prevenire l’influenza. Però se è vero che mangiarli fa bene alla salute, è anche vero che il contenuto di vitamina C non è in grado di neutralizzare i mali di stagione. Pure le merendine sono vittima della “disinformazione virale” perché contengono il “tossico” E330.

Questo ingrediente però non ha nulla di tossico, si tratta dell’innocuo acido citrico, presente in limoni e arance e non dannoso per la salute.

Dimagrire mangiando cioccolata?

È una bufala studiata a tavolino, condotta da “giornalisti-ricercatori” dell’Institute of Diet and Health (istituto inesistente) su solo 15 persone!

Insomma, è sempre e unicamente una corretta educazione alimentare che ci consente di analizzare correttamente i nostri stili di vita, indipendentemente dai convincimenti mediatrici, sempre più aggressivi e capillari.

A cura di:

Giorgio Pitzalis

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