COSA È IL GAMING?

“Bella Bro’, devo prima luttare.”
“Oh noooooo, mi stanno killando! Lo sapevo, lo sapevo, dovevo camperare!”

Tanti genitori ormai hanno quotidianamente a che fare con questo nuovo linguaggio e con parole come:

  • luttare
  • killare
  • shoppare
  • camperare”

tipiche di alcuni videogiochi popolari tra bambini e adolescenti…e non solo.

Questo è forse solo il più folkloristico e immediato degli aspetti di una realtà sempre più presente nelle vite dei nostri bambini e ragazzi.

Ma esiste il rovescio della medaglia e si chiama “Gaming Disorder”.

Il “Gaming Disorder” consiste nell’uso compulsivo dei videogiochi.

Ormai è diventato un problema di grande attualità tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha definito come “una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi”.

L’utilizzo eccessivo e distorto dei videogiochi può aumentare il rischio di dipendenza.

Questa a sua volta porta non solo a compromissione delle altre normali attività quotidiane, ma anche disturbi fisici veri e proprio e a relazioni sociali deficitarie.

Oltre alla dipendenza da videogiochi bisogna non sottovalutare anche un’altra insidia legata al Gaming cioè il fatto che l’adescamento di minori tramite i giochi online è oggi in forte crescita.

Circa il 44% dei preadolescenti, infatti, gioca online cioè connesso alla rete.

Ma qual è la differenza tra gioco e dipendenza?

Il confine è sottile e non sempre facile da riconoscere.

Un ragazzo si avvicina di più a un comportamento dipendente quando abusa dei videogiochi o quando il loro utilizzo occupa gran parte della sua giornata fino a sostituirsi a qualsiasi altra attività quotidiana.

Possiamo parlare di vera e propria dipendenza quando i ragazzi tendono ad isolarsi, a chiudersi in se stessi e a preferire il modo virtuale per evadere dalla realtà.

Non dipende solo dal numero di ore che i ragazzi trascorrono impegnati a giocare con i videogiochi, ma bisogna riconoscere tutta una serie di stravolgimenti nella vita quotidiana, nell’umore ed nel comportamento di bambini e ragazzi.

Quali sono i segnali che i genitori devono monitorare?

Bisogna porre attenzione alla comparsa di apatia, irrequietezza e irritabilità, cambiamenti nelle abitudini alimentari, nell’igiene personale, nel sonno.

Bisogna anche verificare se i propri figli giochino di nascosto, se hanno esplosioni di rabbia soprattutto quando non vogliono terminare la partita o se i genitori interrompono bruscamente il gioco.

I ragazzi possono arrivare a trascurare la scuola, lo sport, le reazioni fino a presentare veri e proprio sintomi fisici (mal di testa, mal di schiena, disturbi della vista).

Gaming Disorder. Allora? Cosa Fare? Qualche consiglio utile per genitori:

  1. I videogiochi non sono delle babysitter e non vanno utilizzati per riempire i tempi vuoti dei ragazzi
  2. Stabilire un certo numero di ore al giorno (mai più di 3)
  3. Controllare sempre il PEGI cioè il numero scritto sulla cover del videogioco che indica l’età di utilizzo consigliata
  4. Avvicinatevi ai videogiochi senza pregiudizi: il rifiuto a priori di questi strumenti comporta spesso l’atteggiamento del muro contro muro. Bisogna, invece, cercare di comprendere per poter tenere sotto controllo fenomeni a noi ancora ignoti e oscuri
  5. Fate attenzione alle abitudini scorrette
  6. Fate in modo che i videogiochi diventino una via di socializzazione tra i ragazzi (scambiarsi opinioni, cercare di capire insieme come superare un livello difficile)
  7. Fategli capire l’importanza di coltivare anche altri hobbies
  8. Occhio alle Loot Box cioè transazioni che vengono effettuate nel gioco con valuta reale e che permettono di acquistare contenuti non a disposizione nel gioco base

A cura di:

Rita D'Agostino

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