Dieci campanelli di allarme in caso di febbre

Dieci campanelli di allarme in caso di febbre

  1. Segni di possibile meningite e/o sepsi meningococcica, nel lattante (da 0 a 12 mesi): pianto continuo ininterrotto, fontanella cranica bombata (gonfia) e pulsante, difficoltà nell’alimentazione, apnee.
    Nel bambino, adolescente e giovane: forte mal di testa (se riesce a riferirlo), abbattimento, rigidità del collo (se gli solleviamo la testa con le mani mentre è disteso, avverte dolore al collo e si oppone al movimento).
    A ogni età: petecchie e macchie violacee diffuse sulla cute (che non sbiadiscono alla digitopressione per 3-4
    secondi).
  2. Persistenza di sonnolenza e rifiuto del cibo. Anche dopo che la febbre sia scesa con un comune antifebbrile (tachipirina, nurofen).
  3. Vomito o diarrea ripetuti con segni di disidratazione. Lingua e labbra secche e screpolate, pelle secca, fa poca pipì, piange senza lacrime.
  4. Insolite alterazioni del colorito e della pelle. E’ diventato pallido (bianco) oppure cianotico (bluastro) oppure grigiastro; sono comparse chiazze violacee o puntini rossi che non “sbiancano” quando schiacciati con le dita (segni di sepsi meningococcica – vedi sopra).
  5. Dolore addominale fisso e costante. Indipendemetemente da quanto il dolore sia intenso, l’allarme nasce quando si presenta insolitamente fisso e costante piuttosto che avere il classico andamento “va e vieni” tipo colica. In questi casi, soprattutto se si accompagna chiusura dell’alvo a feci e gas e/o vomito biliare giallo-vedastro, una pronta valutazione pediatrica ed eventualmente chirurgica è essenziale.
  6. Respira male ed è “affannoso”, ha segni di sforzo respiratorio: quando respira compaiono strani infossamenti alla base del collo o alle coste; le narici sembrano gonfiarsi e sgonfiarsi. Ha un respiro troppo veloce: contate i respiri in un minuto:
    1. se ha meno di 12 mesi non dovrebbe farne più di 60
    2. se ha 1-3 anni non più di 40
    3. se ha 4-12 anni non più di 30se ha oltre 12 anni non più di 20.Oltre questi limiti c’è qualcosa che non va!
  7. Comparsa di convulsioni per la prima volta nella vita. Al primo episodio di convulsioni è sempre necessaria una valutazione medica immediata. Qualora sia già stato stablito che si tratti di convulsioni febbrili semplici allora ai successivi episodi si potrà essere più sereni.
  8. Zoppia. Un’improvvisa zoppia in corso di febbre deve sempre accendere un campanello d’allarme. In molti casi
    potrà trattarsi della banale coxalgia benigna. Ma in altri casi vi sono gravi condizioni (osteomielite, artirte
    settica, leucemia) che vanno escluse.
  9. Età a rischio
    1. tra 0-1 mese di vita (neonato) febbre di qualsiasi livello necessita di pronta valutazione pediatrica
    2. tra 1-3 mesi febbre superiore a 38°C necessita sempre di pronta valutazione pediatrica
  10. Andamento della febbre a rischio
    febbre che sale ripetutamente oltre 40°C va prontamente valutata dal pediatra, qualunque sia l’età
    febbre che supera i 38,5°C e non scende con paracetamolo (tachiprina) o ibuprofene (nurofen)
    febbre che dura più di 5 giorni febbre che non passa dopo 48 ore di antibiotico prescritto dal pediatra

Il vostro bimbo presenta almeno uno di questi 10 campanelli di allarme?

Se la risposta è si allora va subito visto dal pediatra. Se invece non rientra in nessuno dei punti appena elencati potete stare relativamente più sereni e aspettare 2-3 giorni prima di andare dal pediatra. Perché aspettare? La risposta è semplice: dopo 2-3 giorni di febbre il pediatra avrà molti più elementi da valutare e potrà quindi arrivare più facilmente ad una diagnosi precisa!

Altre 3 consigli per gestire l’ansia

  1. La febbre non danneggia l’organismo… un minimo rischio si sviulupa solo per temperature
    persistentemente superiori a 40,5 ° C (quindi non andate nel panico già per un 39 e mezzo!).
  2. Se si riprende bene dopo aver assunto farmaci antifebbrili, tornando ad interagire e sorridere, è un ottimo
    segno a prescindere da quante “linee” sia calata la temperatura, e si può essere più sereni anche se nelle
    ore successive la febbre dovesse risalire.
  3. L’entità della febbre non è sempre spia di malattia grave!

A cura di:

Dr. Fabio Massimo Carpita Medico Pediatra FIMP Roma

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