In tempo di vacanze estive è importante rimanere sensibilizzati sulla sicurezza in acqua dei bambini e degli adolescenti ed essere genitori informati.
Nel nostro Paese, quasi la metà dei bambini non sa nuotare o galleggia appena, mentre un bambino su due ha paura dell’acqua alta.
La scarsa dimestichezza con il nuoto, si traduce, purtroppo, ancora oggi come ci informa la cronaca, in oltre cento incidenti mortali per annegamento fra i più piccoli ogni anno.
Acquaticità e sentirsi a proprio agio nell’acqua, non significa saper nuotare.
La difficoltà dell’essere acquatici, nasce dall’abitudine a stare in acqua, modalità che si costruisce nel corso del tempo, e spesso ciò che ostacola, è la concezione o quello che ci è stato insegnato.
Anche saper stare a galla non significa necessariamente saper nuotare. Per poter nuotare oltre alla capacità di galleggiare, è necessario essere in grado di mettere in atto tecniche di respirazione sott’acqua.
Per tale motivo e per non sentirsi improvvisati quando arriva l’estate e si va in vacanza, sono consigliati corsi durante l’anno di acquaticità con la mamma per i più piccoli, corsi in vasca con l’istruttore per essere in grado di galleggiare già dalla prima infanzia e nuotare per i più grandicelli.
Infatti per migliorare la sicurezza dei bambini ed adolescenti nell’acqua di mare, laghi e piscine, è importante imparare a nuotare il prima possibile.
Il nuoto è un’attività che può essere praticata fina dalla primissima infanzia, l’acqua è l’elemento naturale per eccellenza per i bambini molto piccoli.
Tutti i bambini fino a tre anni circa non galleggiano sulla superficie dell’acqua, avvertono la loro paura ma la novità del galleggiamento li spinge a giocare con le loro paure.
Generalmente il bambino impara prima dell’adulto perché è curioso della novità.
Il ruolo dell’adulto, genitore prima, educatore poi, è quello di essere “tramite”, cioè di rendere consapevole il bambino dell’esperienza acquatica.
È bene educare i propri figli ad una buona acquaticità dai primi bagnetti alla scoperta del mare, ma essere consapevoli che ogni bambino ha i suoi tempi.
Tuttavia anche se genitori previdenti durante l’anno, sensibili alla utilità educatica di acquaticità e corsi di nuoto, è necessario tenere sempre a vista i nostri figli nelle piscine, nei parchi acquatici e nei tratti di mare, anche se sorvegliati da bagnini.
- Tenere sempre sotto controllo i bambini anche quando hanno braccioli od altri ausili per il galleggiamento
- Non togliere i braccioli od anche uno solo per vedere se il bambino sta a galla
- In acqua con i tuoi bambini, gioca, divertiti, ma valuta sempre le tue e le sue capacità natatorie
- Rispetta e fai rispettare ai tuoi figli i divieti di balneazione, la maggior parte dei laghi e dei fiumi non è balneabile
- Ricordati che l’apnea è periscolosa anche in pochi metri d’acqua
- Fai ammirare i fondali ai tuoi bambini, ma al primo bisogno di respirare, digli di riemergere. Adottare nell’apnea sempre il sistema di coppia: uno in superficie, l’altro si immerge
- Attenzione a dove tuffarsi: il fondale deve essere libero e la profondità adatta ad evitare incidenti
- In acque libere, spiagge e tratti di mare non sorvegliati, rimanere in gruppo. Se si è in acqua da soli, basta un crampo, una paura improvvisa, una perdita di coscienza o un trauma anche leggero, per rischiare la vita
- Mai bere acqua o bibite ghiacciate prima di entrare in acqua
- Attenzione al salto termico. La differenza di temperatura tra il corpo umano ( 37° ) e l’acqua ( 18°-27°) provoca una reazione tanto maggiore quanto più l’acqua è fredda e l’entrata brusca. Dopo l’esposizione al sole o comunque quando si è accaldati, è necessario entrare in acqua gradualmente al fine di evitare lo shock termico e la sincope riflessa
- Non entrare in acqua se non si sta bene
- La regola delle 3 h di attesa dopo il pasto, non trova oggi conferma poiché non esistono prove scientifiche che valutino, come pericolo, fare il bagno dopo aver mangiato e quindi una potenziale causa di annegamento. Tuttavia il Buon Senso è il più utile metro per regolarsi: quanto e cosa si è mangiato, la temperatura dell’acqua cioè quanto è fredda.
È consigliato valutare i tempi di permanenza dei cibi nello stomaco: la frutta impiega mediamente 30 min, i carboidrati 1 h, il pesce circa 1 h, la carne molto di più anche 3 h. - Non entrare in acqua se le condizioni meteomarine sono difficili
- Rendi partecipe i tuoi figli alla salute sul tema della sicurezza in acqua
Il Ministero della Salute, già da anni, sponsorizza iniziative e organizzazioni finalizzate alla prevenzione degli incidenti e, per tale motivo, ed è stato preparato un decalogo per la Sicurezza in Mare.